DONATO AL FAI UN GIARDINO PANTESCO DALLA DONNAFUGATA

Il giardino pantesco è il personaggio centrale della giornata che ha visto sull’isola la presenza attiva del FAI - Fondo Italiano per l’Ambiente.

L’occasione è data dalla donazione fatta a nome della Casa Vinicola Donnafugata dal suo presidente Giacomo Rallo con il conferimento al prezioso patrimonio della Fondazione FAI di un ulteriore gioiello del paesaggio e dell’architettura italiana. Gli interventi dei partecipanti hanno conferito all’evento il carattere di una approfondita giornata di studio e di verifica sul campo di notevole valore culturale e scientifico.

L’entusiasmo dinamico e la professionalità della famiglia Rallo si manifesta attraverso Giacomo che ci rivela il suo carattere di imprenditore illuminato rinascimentale e la passione per il proprio lavoro si sente quando da voce alle viti centenarie, ai 10.500 metri lineari di muretti, alla attività imprenditoriale florida e all’avanguardia che vive sulla qualità ed è mossa dal mercato più che dai finanziamenti pubblici.

Il Sindaco Salvatore Gino Gabriele presenta l’idea del Parco Nazionale di Pantelleria, parla della necessità di una corretta gestione del territorio e della possibilità di fare inserire dall’ UNESCO i giardini e i muretti panteschi nel Patrimonio dell’ Umanità.

Giuseppe Barbera, professore di Culture Arboree all’Università di Palermo, ricorda come ad Atene fu tramite e artefice dell’incontro tra FAI e Donnafugata; ripercorre la genesi del giardino pantesco che risale al 3.000 avanti Cristo, illustra un programma di studio scientifico sul microclima che si crea all’interno del giardino e ricorda una appassionata citazione di Cesare Brandi che definisce Pantelleria l’isola infernale e verde.

Gabriella Giuntoli ricorda l’unicita di questo paesaggio agrario ed il lavoro millennario che lo ha generato e, citando l’illustre storico e collega architetto Rudowsky quando definisce il giardino come archetipo del paradiso, dimostra che un contenitore può diventare un’opera di architettura autonoma e unica e sempre singolare.

Marco Magnifico precisa che un regalo al FAI è un regalo all’Italia intera, ricorda la figura di Renato Bazzoni, che nel 1974 a Pantelleria ha già in mente un sogno che si avvera con il prezioso aiuto di Giulia Maria Mozzoni Crespi. Si allunga il filo che unisce il Paese e le sue tante culture dalla Valtellina a Pantelleria.

Il Giardino di Khamma è la più piccola delle proprietà del FAI ma è l’ essenza del giardino, è il distillato e la proposta intelligente in mezzo al giardino estivo color cotoletta e all’innaffiamento delle rotonde stradali.

Il Vescovo di Trapani Monsignor Domenico Mogavero propone una lettura teologica partendo dal peccato originale e dalla distruzione del primo giardino terrestre per allacciare l’evento alla Giornata della Salvaguardia del Creato, che cade in questo mese, per definire miracolosi la conservazione nel tempo di questo monumento e il suo l’approdo al FAI e per concordare con Marco Magnifico che ogni atto che rovina l’ambiente è un peccato.

Applausi a scena aperta alla definizione del FAI come ambasciatore di Dio. Giuseppe D’Aietti con le sue note ci riporta alla mitica figura di Angelo, suo padre, che nel 1978 pubblicò Il Libro dell’Isola di Pantelleria ponderoso trattato oggi riproposto dal figlio in edizione integrale; il notaio D’Aietti notava un rapporto formale tra le Torri del Silenzio in Iran e il Giardino a Pantelleria e se l’aspetto formale può avvicinare i due manufatti li separa nettamente l’uso ed il messaggio che si contrappone: la Torre è l’ultimo, estremo percorso dei persiani, il Giardino Pantesco, il cerchio con il punto nel centro, è per il pantesco e per tutti l’archetipo vivo della vita. 

Documentario di Gabriella Lasagni

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