Pantelleria è la quinta isola d’Italia, dopo Sicilia, Sardegna, Elba, S. Antioco… tuttavia, malgrado i suoi 83 kmq, è una terra sfuggente e complessa, grazie agli oltre 50 coni vulcanici e più in generale ad una morfologia aspra e tormentata, impossibile da abbracciare per intero nel corso d’una vita.

È un concentrato di diversità e bellezza in cui si alternano e si accavallano montagne e orli calderici, colate laviche e coltivazioni, valli e altipiani, contrade abitate e lande solitarie circondate dal blu.

Il millenario processo di antropizzazione ne ha inciso profondamente il territorio, generando un paesaggio unico al mondo, dove agricoltura, architettura e ambiente compongono un inestricabile insieme. Sin dal primo Neolitico, infatti, un collage di genti ha plasmato l’isola, consegnandoci affascinanti testimonianze archeologiche, l’inconfondibile design dei dammusi e dei giardini, e un’infinita trama di muretti a secco e di camminamenti, funzionali alle attività rurali che da oltre un millennio dominano la sua economia.

Con tali frecce alla sua faretra (esaltate dal primo e al momento unico Parco naturale di Sicilia), Pantelleria non teme il confronto di nessun’altra concorrente, ed è già pronta a dominare il campo, avvalendosi delle sue formidabili risorse: geologiche, paesaggistiche, naturalistiche, balneari, termali, archeologiche, architettoniche, eno-gastronomiche.

Grazie anche alla mitezza del suo clima, Pantelleria ha ogni potenzialità per una stagione turistica di 365 giorni, proprio a partire dalla sua tipica casa d’abitazione in pietra lavica con tetto a cupola: il dammuso. Sobrio ed essenziale o griffato con piscina, sul mare o all’interno, isolato o in zona abitata, il dammuso non è solo parte del nostro patrimonio paesaggistico e architettonico, ma è anche la soluzione più adeguata per una degna vacanza sull’isola… il primo e miglior modo per coglierne lo spirito più autentico. Dammusi, terrazzamenti e giardini panteschi (torri cave a pianta circolare erette a protezione d’un agrume), offrono infiniti scenari di archeologia rurale, degni delle più blasonate vestigia del passato.

A proposito, accanto ad altri siti minori, anche sottomarini, il patrimonio storico dell’isola vanta tre  autentiche eccellenze: l’insediamento preistorico dei Sesi (tombe monumentali dell’Età del Bronzo); l’Acropoli punico-romana di S. Marco e S. Teresa; il villaggio vandalo di Scàuri-Scalo.

Non meno prezioso è il corredo geologico, allestito da un’infinita sequenza di eventi eruttivi (sia esplosivi che effusivi), che fa di quest’isola una meta scientifica di richiamo mondiale. Pantelleria, tra l’altro, è un vulcano attivo in fase di quiescenza… un laboratorio a cielo aperto, che unisce all’utile il dilettevole, con i suoi fenomeni di vulcanismo secondario, tra cui saune e favàre (solfatare al chiuso e a cielo aperto), e tante sorgenti termali dalle apprezzate proprietà curative, sparse lungo la costa e nel magnifico lago Specchio di Venere, di grande impatto scenografico.

Più in generale, il paesaggio pantesco sembra uscito da un set cinematografico, con un’incredibile rete di sentieri da trekking che spaziano dalla steppa alla macchia mediterranea, al bosco sempreverde, ed in cui le mete naturalistiche si alternano a quelle storiche, geologiche, termali.

In mezzo, l’ospitalità contadina entro i tipici magasèni (cantine rurali) e più in generale i prodotti della terra, tra i quali il miglior cappero al mondo (l’unico IGP), e più ancora lo zibibbo, da cui si ricavano ottimi bianchi, il celebre moscato e l’inebriante passito di Pantelleria. L’offerta eno-gastronomica è completata da una pattuglia di specialità, quali il kuskus e i ravioli panteschi, il totano ripieno, l’ammògghiu (il pesto locale) ed altre prelibatezze ancora, tra cui l’imperdibile bacio pantesco (due cialde fritte farcite di ricotta).

Ma il vero oggetto del desiderio del turista pantesco resta lo splendido mare: al centro del Mediterraneo e del Canale di Sicilia, Pantelleria vanta acque limpidissime e pulite, e una straordinaria visibilità dei fondali, ricchi di vita e di colori. La costa è un continuo alternarsi di grotte e faraglioni, spiagge di ghiaia e falesie multicolori, che si rispecchiano nelle profondità del mare appagando ogni aspettativa.

Insomma, malgrado l’isolamento e le difficoltà che ciclicamente ne flagellano l’economia, Pantelleria è una Fenice destinata inevitabilmente a risorgere, ripartendo dalla sua bellezza, dalla sua terra fertile e dalla sua prodigiosa diversità: una meta turistica per quattro stagioni, dalle potenzialità davvero infinite.

Peppe D’Aietti - (Liberamente tratto da “Pantelleria L’isola di terra” - Il Pettirosso editore)

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